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nota 349

di essi il prof, parla a lungo, fermandosi su un frammento di canzone composta da Manzoni quando Murat fece il suo proclama a Rimini. Infine il prof, esamina il Coro e, dimostrando che la lirica è originariamente drammatica, fa vedere come in quello non sono raziocini ma situazioni, per cui Manzoni è il ricostruttore della lirica drammatica in Italia.

25 marzo. — Il prof, parla dell’Adelchi, fermandosi specialmente sul Coro, nel quale apparisce l’ideale del popolo latino, con le sue velleità di antico orgoglio, tra la lotta di due popoli vivi e forti. Spiega la tristezza del Coro, ricordando i tempi tristi per l’Italia, ne’ quali fu scritto. Passa a parlare dei Promessi Sposi, ne espone il disegno, e spiega come Manzoni lo abbia immaginato mercé un felice cambiamento nel meccanismo,ponendo non nell’avvenuto la base della concezione, ma in un fatto inventato a cui dá il contorno la storia lombarda del secolo XVII.

Le lezioni furono in tutto diciassette, e si protrassero fino al 14 giugno di quell’anno. Sullo svolgimento dell’ultima lezione e sul commiato del De S. dai suoi scolari, L’Era Novella del 15 giugno forniva questi ragguagli:

Ieri l’illustre prof. Francesco de Sanctis compiva il corso delle sue lezioni di questo anno scolastico, facendo un’ultima e magnifica lezione sui Promessi Sposi del Manzoni, che noi pubblicheremo a suo tempo. Le sue ultime parole furono coperte da prolungati e cordiali applausi del solito numeroso uditorio de’ giovani, i quali gli presentarono un foglio firmato per ringraziarlo del modo come egli sa incoraggiare la gioventù, ispirandole forti pensieri, e sentimenti magnanimi, e del grande affetto ch’egli ha per essa. Noi ci associamo volentieri a que’ giovani, perché come essi nel dotto letterato noi ammiriamo l’uomo di gran cuore, due qualità ch’egli sa bene innestare, e che lo rendono a preferenza carissimo agli studiosi, ed a tutti.

Ieri sera il Professore partiva per Roma.


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Le prime tredici lezioni vennero raccolte dal Torraca e via via pubblicate, otto su La Libertà, a. IV, 1872, nn. 31-89, 31 gennaio-29 marzo; e le altre cinque, avendo La Libertà sospese le sue pubblicazioni, sul Pungolo, a. I, 1872, nn. 103-139, 13 aprile-19 maggio. La prima puntata del nuovo giornale portava in nota quest’avvertenza editoriale: «Questo è il riassunto della nona lezione dell’illustre professore, e che fa seguito a quelle già pubblicate dalla Libertà. Esse destarono nel pubblico intelligente un