Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
336 | appendice |
il carattere quelle due «ciocche» quei «folti mustacchi», quel «folto pizzo», bianchi allo scarso lume della lucerna, che il poeta vi paragona ai cespugli coperti di neve imbiancati al chiarore della luna. Fin qui abbiamo il tipo. Il poltrone deve muoversi se vuole essere un individuo. Qui, per spiegarsi e intendersi una volta per sempre, dirò che in natura non vi sono né tipi, né idee, né specie ideali: non vi sono che individui, e il tipo non è che in questi, dacché non vi è individuo che rassomigli un altro. È una forza prevalente che con un’altra entra in combinazione e produce un’azione. Tutti possono abbozzare il tipo, ma la forza del poeta è nell’individuo, nella combinazione.
Don Abbondio, che passeggia leggendo, ad un tratto vede due uomini sospetti; guarda meglio, son bravi; riguarda ancora, aspettano lui. Ecco una combinazione che agisce su lui e lo mette in una data disposizione di animo. Ha paura e teme al tempo stesso di mostrare di aver paura. Ecco l’«individuo». Vi si presenta in movimenti doppi, la paura e la dissimulazione. Vuol guardarli, ma non metterli in sospetto; egli guarda di sopra al libro spingendo lo sguardo in su per spiar le mosse di coloro; cerca di scappare senza mostrarlo e, girando le due dita intorno al collo, finge di accomodarsi il collare. Ecco l’originalità.
Ma don Abbondio non è sempre lo stesso, non è monotono; ed ogni nuova combinazione vi dà in lui un nuovo individuo. Giunto a fronte dei bravi dice mentalmente: — Ci siamo — ; e rassegnato, riman lì fermo su due piedi. Passando una volta da Bologna, non dimenticherò mai che essendomi avvenuto di ragionare con uno scultore mio amico del «momento» della creazione artistica, del segreto dell’arte, che rende vane tutte le definizioni della scienza, egli mi diceva essere quel «momento» come se l’anima nostra punta gridasse:— Ah !— . Dopo, quell’ah! non si riproduce più. — Ebbene don Abbondio ha avuta la sua puntura, quando uno dei bravi minaccioso gli dice:
— Ella ha intenzione di sposare domani Renzo Tramaglino e Lucia Mondella! — . |