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xv. don rodrigo - padre cristoforo 307
Or l’ideale di don Rodrigo è vero; Manzoni ha dipinto il nobile còlto nella decadenza del Medio Evo: esso non è il barone feudale alla testa di servi della gleba; don Rodrigo non ha importanza nella vita. Ma è anche questo aver voluto rimpicciolire i motivi interni di don Rodrigo, che produce lo scopo di renderlo sopportabile; perché al contrario darebbe spettacolo ributtante. Il Manzoni gli dà così un passaporto nell’animo vostro, rappresentandolo com’è veramente. Ma come creazione artistica il don Rodrigo è poco, perché è poco analizzato; egli è tutto al di fuori, appena c’è un momento in cui parla solo; non c’è quello sguardo scrutatore del Manzoni che scende nel fondo delle cose. Ma perché il Manzoni si arresta innanzi a questo personaggio?

        Si arresta per uno scopo artistico: Manzoni ha capito che se volesse guardar troppo addentro al frivolo, caverebbe il riso dimostrando gli effetti odiosi provenienti dal frivolo di questa esistenza così terribile al di fuori. Manzoni se ne indegna, l’odia, non lo esamina: don Rodrigo rimane così inesaminato, un personaggio superficiale, e mentre gli altri operano, egli sta come il fato occulto, e tutta la sua opera si riduce ad un discorso avuto col padre Cristoforo nel suo palazzotto, e fuori di questo non ha altra affermazione. Egli diviene interessante nel momento dell’espiazione, quando l’uomo nuovo gli suscita sentimenti nuovi; quando don Rodrigo è attaccato dalla peste, allora solo diviene interessante.

Di rimpetto a don Rodrigo ci è Ludovico, che voi conoscete sotto il nome di padre Cristoforo. Don Rodrigo è nobile nato, Ludovico è un parvenu, come dicono i Francesi, nobile per pervenienza, il cui padre ha fatto molti quattrini e lo ha educato in quel modo. Il padre Cristoforo è un don Rodrigo in miniatura, egli fa quello che fa l’altro, e la differenza è questa, che la nobiltà in don Rodrigo è tradizionale, è lunga serie di nomi di famiglia; quindi i difetti in lui sono nati. Al contrario la nobiltà in Ludovico è mezza pretensione; egli ha avuta una buona educazione nelle lettere e negli esercizi cavallereschi, ha avuto buoni principii, ma col padre che la vuol fare da