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denza verso quella classe di persone che domina nel romanzo. L’autore sceglie questi caratteri spontanei, poco complicati; e quel che gli piace è di analizzare e di trovare in tutti un mondo interiore, in quelle basse classi dove le impressioni sono subitanee, — basso mondo dispregiato dal nobile volgo. Per Manzoni al contrario sono i suoi prediletti gli uomini di quella classe; sono parti principali del romanzo, e lo vedete far la storia di villani come Agnese, Lucia e Renzo, e far di costui un personaggio nuovo popolare; e giunge così ad una rappresentazione che si può chiamare nuova, la rappresentazione del popolo come popolo, ossia come essere collettivo. In tutta la nostra letteratura c’è qualche lampo di questo; ma voi vi ricordate nell’insurrezione di Milano tutto quel popolo che ha per centro Renzo: ebbene, in quella scena v’è appunto la rappresentazione della moltitudine.

Fuori di questo gruppo ve n’ha altri due che sono gruppi ideali, e che rappresentano un mondo ideale come era concepito dal Manzoni. Essi stanno a fronte: l’uno nega, e l’altro con la stessa risolutezza afferma quell’ideale negato dal primo. Alla testa del primo gruppo sta don Rodrigo da una parte, e dall’altra il padre Cristoforo: è questa, signori, la prima opposizione, don Rodrigo e il padre Cristoforo.

Don Rodrigo non è solo: egli fa parte di una classe, nella quale c’è una scala; per esempio, accanto a don Rodrigo, nobile tirannello di un piccolo paese, voi vedete Attilio che è il nobile di una gran città, uomo corrotto, uso alla vita rumorosa, e che quando va a visitare il cugino, lo guarda con un’aria di protezione; uomo che ha di caratteristico nella fisonomia la beffa. Più innanzi trovate il Conte zio, ch’è il nobile in mezzo agli affari, che conosce gli uomini, e vede le cose non da un punto di vista provinciale, ma politico. Egli è scolpito nella scena col padre Provinciale de’ Cappuccini, quando lo indusse ad allontanare il padre Cristoforo da Pescarenico: e lì in quel dialogo, tutto quello che è avvenuto tra don Rodrigo e Lucia, nel cervello di que’ superiori, altro non è che un pettegolezzo, e sapete che il padre Provinciale cede per certe tali concessioni da