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xii. la forma dei «promessi sposi» 259

sublime! — . Anche oggi dura questa tendenza, e basta citare il Prati e l’Aleardi. Avete un luogo veduto al raggio di luna: la luna produce certi effetti di chiaroscuro sui vostri occhi; avete un non so che di romantico nella selva, nel bosco, nel lago; aggiungete il mormorio delle acque serpeggianti per la pianura, e via di seguito. Tutti questi sono caratteri poetici certamente, ma comunissimi, generalissimi, e non dànno una fisonomia ad un luogo sì che sia quello e non altro. Anche i paesisti fanno così, van cercando un effetto di luce, e trovatolo, credono di avere indovinato il paesaggio.

Manzoni non si dà pensiero degli effetti estetici di ciò che descrive, toglie dalla descrizione le generalità del luogo, delle impressioni, dei sentimenti, va lui a vedere ciò che deve descrivere, ad osservarlo ed esaminarlo bene. Per chi voglia rappresentare la natura, c’è un immenso repertorio che non poteva essere ignoto a Manzoni, il quale conosceva non solo la letteratura che chiamasi classica, i Latini e i Greci, ma anche la francese, la tedesca, l’inglese, l’italiana; e non c’è poeta che non abbia copiose immagini intorno alla natura. Egli uccide tutto quello che è repertorio ed abito convenzionale, per mettersi in immediata comunicazione con la natura viva e, come si dice, ritrarre dal vero, non badando ai modelli che gli dánno gli altri poeti.

E non basta. C’è il vero comune, ordinario, come si vede da spettatori che non hanno ingegno poetico; e se Manzoni nemmeno lo avesse, vi darebbe appunto il vero superficiale, la scorza. I nostri poeti infatti, se hanno ingegno poetico oltrepassano il vero, se non l’hanno si rimangono nella scorza. Egli, con quella tendenza stessa con la quale Machiavelli diceva che la morale non è da cercarsi nei libri ma nel mondo effettuale, ha in sé sviluppato il talento dell’osservazione, quasi una seconda vista: quel veder le cose non superficialmente, ma cogliendone i fenomeni più fuggevoli e intimi che spariscono alla vista dell’uomo grossolano.

Vediamo ora la descrizione. Un ramo del lago di Como giunge a un punto in cui le rive si restringono, il lago cessa, comparisce