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226 | lezioni |
Questo nuovo Tasso, quando la virtù poetica s’indebolì, quando il critico vinse l’artista, ripensando al suo concetto, ai suoi fini, ai modi e al risultato, chiamò tutto a nuovo esame e pubblicò il Discorso sul romanzo storico, dove volle dimostrare che l’approvazione avuta fu effetto della moda, che i Promessi Sposi sono destinati a sparire come i romanzi di Scudéry, e così disse dei romanzi di Walter Scott. — Come critico, egli dice, riprovo il mio romanzo — .
Ammesso come vangelo che il positivo sia fine a se stesso e l’arte semplice mezzo per compiere la storia, lo scopo del romanzo non è raggiunto, perché in se stesso assurdo.
Difatti, Manzoni dice: — Avete due mondi: uno poetico, l’altro positivo. Lo storico studia per conoscere ciò che è avvenuto, il poeta per trovare l’ideale. Distinguete bene l’inventato e l’avvenuto, e avete due impressioni che si combattono. Se le fondete insieme, una sempre deve prevalere sull’altra, e non avete più romanzo storico, ma o romanzo o storia. Unire la storia col romanzo o con la tragedia, è un problema insolubile come quello della quadratura del circolo; e se il romanzo è approvato, ciò è per cagioni accidentali: in se stesso è assurdo — .
Se la storia per Manzoni è veramente il principio dell’interesse, se la parte artistica è uno strumento per illustrare la storia, egli ha ragione. Ma se al contrario quello che chiama storia è un semplice materiale greggio, senza importanza — come quelle istituzioni del secolo XVII, la sollevazione di Milano, la guerra, la peste — , se tutto questo materiale non ha significato per noi, se quell’azione che si avvolge intorno a Renzo e Lucia è tanto produttiva, tanto viva che non ci fa badare alla parte storica, Manzoni ha torto. È questo uno de’ rari casi in cui uno possa aver piacere di avere avuto torto; e noi rendiamo omaggio a Manzoni artista, quando, a Manzoni critico, diamo torto.
[Nel Pungolo, 13-15 aprile 1872].