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16 | saggi |
istrumento «fatale». La gloria terrena, posto pure che sia vera gloria, non è in cielo che «silenzio e tenebre». Sul mondano rumore sta la pace di Dio. È lui che atterra e suscita, che. affanna e consola. La sua mano avvia l’uomo pe’ floridi sentieri della speranza. Risorge il Deus ex machina, il concetto biblico dell’uomo e dell’umanità. La storia è la volontà imperscrutabile di Dio. Cosí vuole. A noi non resta che adorare il mistero o il miracolo, «chinar la fronte». Meno comprendiamo gli avvenimenti, e più siamo percossi di maraviglia, più sentiamo Dio, l’incomprensibile. La storia, anche di ieri, si muta in leggenda, acquista fisonomia epica. Napoleone è un gran miracolo, un’orma più vasta di Dio. A che fine? per quale missione? L’ignoriamo. È il secreto di Dio. Così volle. Rimane della storia la parte popolare o leggendaria, quella che più colpisce l’immaginazione, le battaglie, le vicende assidue, gli avvenimenti straordinarii, le grandi catastrofi, le miracolose conversioni. Il motivo epico nasce non dall’altezza e moralità de’ fini, ma dalla grandezza e potenza del genio, dallo sviluppo di una forza eroica e quasi soprannaturale, che pur non ti dà spiegazione adeguata di quei fatti mirabili e ti lascia intravedere una forza superiore, nelle cui mani è il destino dei regni e degli eroi, che tu senti come alito per entro a tutta la storia, insino a che da ultimo se ne sviluppa e pare nella sua verità:
Quel Dio che atterra e suscita, Che affanna e che consola, Sulla deserta coltrice Accanto a lui posò. |
Quello dunque che sembra appendice, o cosa appiccaticcia, è intimamente connesso con tutto l’insieme, anzi è lo stesso concetto o spirito della composizione. Un mio dotto amico mi dicea: — Quanto mi piace il Cinque Maggio! Non ci vorrei la coda — . E quella coda è dessa il Cinque Maggio, la sua vita interiore.
Pure, quando leggo Bossuet, ricevo una impressione solenne e religiosa. Invano cerco questa impressione qui. Sento che la