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194 | lezioni |
pete che si formò la famosa lega di tutti i giovani e gli uomini colti di tutte le città, i quali volevano correre in Lombardia e fare un vespro austriaco: eppure gli alleati erano vittoriosi e disponevano di tutta l’Europa. Sentite quanto avessero fruttificato quei sentimenti.
Manzoni allora era a Parigi: colà seppe che Murat nel suo proclama avea invitato l’Italia a raccogliersi, e ne ebbe la sua prima ispirazione poetica. Trovo in una raccolta di prose e di poesie di Manzoni un frammento di canzone che egli scrisse quando sentì proclamare l’unità e l’indipendenza della sua patria.
Sonava intanto d’ogni parte il grido, Libertà delle genti e gloria e pace! |
Erano gli alleati che promettevano tante belle cose; si riuniva il Congresso di Vienna che il poeta chiama convito:
Ed aperto d’Europa era il convito. |
E questa donna di cotanto lido, Quest’antica, gentil donna pugnace Degna non la tenean dell’alto invito: Essa in disparte, e posto al labbro il dito, Dovea il fato aspettar dal suo nemico, Come siede il mendico Alla porta del ricco in sulla via. |
Essa sola come mendica dovea chiedere in elemosina quello che davasi agli altri. Quale allora era lo stato d’Italia?
... Eran le forze sparse Ma non le voglie; e quasi in ogni petto Vivea questo concetto: Liberi non sarem se non siamo uni; Ai men forti di noi gregge dispetto. Finché non sorga un uom che ci raduni. |