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182 | lezioni |
— Che tu sii grande E gloriosa, che m’importa? Anch’io Due gran tesori avea, la mia virtude. Ed un amico; e tu m’hai tolto entrambi — . |
Ora tutto questo è moderno: quel modo di sentire e di concepire suppone intelligenza sviluppata, avvezza alla concentrazione. Questa mancanza di vita drammatica nel Carmagnola è dunque difetto non solo in se stesso, ma rispetto ai tempi in cui visse il protagonista.
Ed ora facciamo un po’ di critica produttiva. — Ma era veramente quella l’idea poetica del Conte di Carmagnola? È quella la totalità organica di cui vi ho parlato?
Manzoni si è messo in capo che quella idea sia la lotta tra il potere civile e il militare. Ma è veramente là la lotta? È col considerare tutto il dramma storico, col penetrarci della sua totalità, che possiamo vedere qual’è veramente l’idea organica della composizione. È questa: che le stesse qualità le quali hanno condotto Carmagnola alla grandezza, son quelle che lo conducono alla decadenza.
Analizziamo il Conte non solo qual è rappresentato, ma anche qual è narrato, con tutt’i suoi antecedenti. Trovate un uomo nato in bassa fortuna, un pastore: pure, egli ha qualità che lo fanno superiore alla sua sorte, forte volontà, febbre di attività, intelligenza non ordinaria, coraggio indomabile, e senza saperlo egli ha anche ambizione straordinaria.
E che cosa è l’ambizione? Oggi diciamo: ambizione di partito, ambizione di questo e di quell’altro. La vera ambizione è rara, è il desiderio, la necessità di attuare quello che un uomo ha dentro di sé, di farlo diventare realtà; e quindi vi ha diverse specie di ambizione, politica, letteraria e via di seguito. E quando un uomo si propone uno scopo sproporzionato alle sue qualità, la sua non è che vanità. La vera ambizione è la coscienza della propria forza, il sentirsi capace di attuare grandi cose.
Quest’uomo è evidente che rimarrà turbato, scontento, finché non avrà esplicata quella forza. Il Carmagnola pastore, trova