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iv. il «cinque maggio» 147

vi presenta una grande immagine: appena ci è il baleno, cade il fulmine e scoppia. Intorno a questa immagine pittorica aggruppa tempi e luoghi diversi: colla stessa rapidità con cui al baleno succede il fulmine, vedete comparirvi innanzi il Manzanarre e il Reno, le Alpi e le Piramidi: si presentano infiniti spazii, che la vostra immaginazione riempirà subito degli avvenimenti che vi si riferiscono. Dopo l’immagine centrale pittorica, il poeta ripiglia subito avvenimenti, tempi e luoghi, compie l’effetto d’insieme, dicendo:

Scoppiò da Scilla al Tanai,
Dall’uno all’altro mar.

Ecco come il poeta può raggiungere l’effetto del simultaneo, come il pittore nel quadro. Questo nel Cinque Maggio è il sistema generale di Manzoni. Egli non ha presente la storia di Napoleone esposta successivamente, come in un poema epico; ha innanzi tre o quattro situazioni drammatiche di Napoleone, che insieme dànno l’idea di tutta la vita dell’eroe, e ciascuna di esse situazioni ha per centro un’immagine pittorica che si fissa nella fantasia, e intorno alla quale si avvolgono tempi, luoghi, avvenimenti, attirati e mossi da quella.

Guardate per esempio al principio la prima immagine colossale: la spoglia di Napoleone, e dirimpetto la terra immobile come la spoglia. Andate avanti e trovate l’esempio citato del fulmine che scoppia dietro al baleno, poi quel

Due volte nella polvere,
Due volte sugli altar,

conclusione che vi spaventa per la novità delle parole e la grandezza dell’immagine intorno a cui girano tutti gli avvenimenti di Napoleone. Procedete ancora innanzi: trovate un’altra grande immagine. Napoleone assiso tra due secoli; e poi il Napoleone tradizionale, con gli occhi bassi e le mani conserte sul petto,