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140 lezioni

        Saltiamo i secoli, veniamo al romanticismo. Che cosa è il Faust del Goethe? È la lotta tra il terreno e il divino, tra Dio e Mefistofele, prima intorno all’anima di Margherita. Quando Margherita è salva, ella stessa poi diventa lo strumento della salvazione di Faust, non ostante il patto da lui conchiuso col diavolo. La Divina Commedia è epica, perché là la lotta è presentata in momenti successivi; il Faust è dramma, la lotta è presentata come collisione permanente: in tutt’i fatti, in ogni scena v’è il contrasto tra il terreno e il divino. Margherita che tormentata dallo spirito cattivo, quando sta per spirare, ha da presso Mefistofele il quale cerca tirarla a sé, è la donna nella lotta simbolica esteriore tra il demonio e Dio.

Manzoni come poeta del secolo XIX voleva emancipare la lotta da questo elemento simbolico ed esteriore, presentarla direttamente, come in ogni tragedia, tra i personaggi e gli avvenimenti; e volle darci la lotta in Ermengarda tra l’amore di Carlo e la tendenza cristiana. Non occorre ripetere quello che vi dissi, sapete ora perché non è riuscito: sentite la lotta svanire in quel dramma in cui Ermengarda rimane un incidente: il substratum vero della poesia ivi è il Coro.

Da questo fondamento cristiano non esce solamente una lirica più o meno drammatica, ma un nuovo mondo epico, in cui la storia è guardata con l’occhio dell’altra vita, come storia di Dio, del quale l’uomo non è che ombra, apparenza, strumento. Questo nuovo mondo epico si trova anche inviluppato negl’Inni: così nella Pentecoste, nella Risurrezione trovate un nuovo modo di considerare le cose umane. Centro di questo mondo epico è la morte che ci dà il sentimento della vanità delle cose: ci avete il pensiero di Petrarca:

Veramente siam noi polvere ed ombra.

Fondamento di questo mondo è l’elemento provvidenziale, la storia è considerata come opera della Provvidenza, come la storia di Dio: è il mondo come l’ha concepito Bossuet, e prima di lui S. Agostino. E notate: se il mondo rappresentato come