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ii. l’ideale religioso degl’«inni sacri» | 123 |
non rimarrebbe nel cuore, non si esprimerebbe a parole, non si sfogherebbe in lamenti; egli cercherebbe realizzarlo, cadrebbe vittima, morrebbe, perché il destino degli uomini incompresi che sentono di trovarsi in un mondo alieno ad essi è quello di cadere vittime, martiri dell’avvenire, lasciando una pagina nella storia. Guardate un ideale che vuol realizzarsi nel Marchese di Posa di Schiller: ma qui pure il concetto non è pari all’ideale, e quel personaggio è rimasto un intrigante. L’Adelchi non ha l’energia di mettersi in faccia alla contraddizione, di opporsele, anche a costo di spezzarsi in quella: potrebbe ubbidire rendendo poetico, prezioso il suo sacrifizio, la rinunzia di se stesso in quello stato di lotta. Non è personaggio drammatico; potrebbe essere lirico se l’autore lo mettesse in ultimo in una situazione che gli strappasse un grande lamento contro la violenza de’ tempi.
Questo l’ha fatto qui, ma l’eroe non è Adelchi, è Ermengarda. Adelchi? Come volete prendere interesse per Adelchi, trovandovi innanzi a tanta catastrofe, alle figure colossali di Carlo, di Desiderio? Come potete interessarvi alle piccole gradazioni dell’anima delicata e sensitiva di Adelchi, e seguire nel suo sviluppo speciale quell’anima che si sfoga in parole? Adelchi dá il titolo alla tragedia, ma rimane essere secondario.
Manzoni stesso che ha sviluppato il senso critico, dice: — Nessun critico dirà dell’Adelchi tanto male quanto io ne penso — . Ma quando lo diceva? Quando Adelchi erasi compiuto innanzi alla sua immaginazione, quando l’ideale era calato nella vita, e Adelchi era diventato padre Cristoforo, Federigo Borrcmeo.
Se vogliamo acquistare il senso critico, studiando gli autori dobbiamo seguirli così in tutto lo sviluppo della forma del loro ideale, come il naturalista segue il germe in tutte le sue gradazioni nel diventare erba. Anche l’arte ha i suoi antecedenti, i primi tentativi di formazione. Così negl’Inni abbiam veduto i primi lineamenti dell’ideale del Manzoni, nell’Adelchi il primo abbozzo; ne seguiremo gli ulteriori sviluppi nelle seguenti lezioni.
[Ne La Libertà, 7-8 febbraio 1872].