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120 | lezioni |
Che farà egli? Egli non vuol guerra, vuole vendicare la sorella, ma da cavaliere di quei tempi, con un giudizio di Dio, con un duello a corpo a corpo, senza spargimento di sangue innocente. Innanzi a quel mondo della barbarie Adelchi diviene ciò che diviene un uomo il quale non vede il suo ideale realizzato, — elegiaco, contemplativo, pensoso, triste. E sfogasi con lamenti. Sentite lo sfogo che Adelchi fa con un amico intimo, perché son parole caratteristiche.— Il core, dice egli ad Anfrido,
... mi comanda Alte e nobili cose; e la fortuna Mi condanna ad inique; e strascinato Vo per la via ch’io non mi scelsi, oscura, Senza scopo: e il mio cor s’inaridisce, Come il germe caduto in rio terreno, E balzato dal vento — . |
Ecco dunque un uomo che ha l’istinto delle grandi cose, che ha l’istinto della generosità, della giustizia, della vera gloria, il quale si sdegna se vede combattere contro gl’imbelli, si adira della ferocia dei soldati contro donne e fanciulli — e che finisce rèveuv, come dicono i Francesi, chiuso in sé, e cerca sfogarsi con il suo amico.
Intanto i fati si affrettano: i Longobardi sono vinti, Pavia è presa. Desiderio fatto prigione, Adelchi si è chiuso in Verona, Verona stessa è dai traditori consegnata a Carlo; è il momento della catastrofe. Come finirà Adelchi?
Vedete Saul, che è il vero protagonista della tragedia di Alfieri, il piú interessante, segnacolo all’ira divina; egli, vedendosi sconfitto, perduto, esclama:
— Empia Filiste, Me troverai, ma almen da re, qui morto — . |
L’idea del suicidio s’impossessa di Adelchi, egli vuole uccidersi. E, notate! perché non si uccide? La ragione è di molta finezza, assai delicata, suppone una gran forza morale.— Tu vuoi ucciderti, dice a se stesso, perché non ti senti la forza di