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i. il romanticismo e gli «inni sacri» 103

cosa divenne in Victor Hugo, che lo ridusse ad antitesi: di ciò ci occuperemo a suo tempo; veniamo all’Italia.

        In Italia ci era allora un giovane, aveva venti anni, educato in Milano, Alessandro Manzoni. Trovava in casa le idee rivoluzionarie, perché la madre era sorella di Cesare Beccaria. Andato a Parigi, ne tornò volteriano ed enciclopedista. Aveva le idee rivoluzionarie del secolo XVIII, ammirava la forma di quel contenuto, era entusiasta di Alfieri, ammiratore di Monti. La sua educazione era classica. Vediamo i primi saggi del suo ingegno.

        Muore Carlo Imbonati ed egli scrive dei versi. Che cosa sono? Reminiscenze del «sogno» del Petrarca, divenuto cosa volgare ne’ sogni dell’antica letteratura italiana.

        Un anno dopo, nel 1806, scrive l ’Urania, concezione mitologica. Primi saggi in cui si rivela già l’ingegno: c’è la forma plastica, chiara del Monti; ci trovate però qualcosa che vi annunzia che quel giovane farà il suo cammino. Sentite l’orgoglio in que’ versi: — Voglio tentar nuove vie,


o far, che s’io cadrò sull’erta,
Dicasi almen: sull’orme proprie ei giace — .

        Ci sentite un elevato mondo morale, che era la vera conquista della letteratura del secolo XVIII:


                         ...conservar la mano
Pura e la mente: de le umane cose
Tanto sperimentar quanto ti basti
Per non curarle: non ti far mai servo.

        L’Urania è un ideale, l’ideale di Pindaro che si forma nella sua mente: è lui che sente in sé qualche cosa di Pindaro: ci trovate indizii di qualche cosa di nuovo. Dategli un mondo nuovo e svilupperà le sue forze.

        A Parigi, in mezzo a quella corrente di romanticismo alla Staël, il giovane si arresta, studia la letteratura tedesca, la francese: e non gli bastano libri, si mette in comunicazione col mondo vivente, con Goethe, con Cousin, fu il beniamino di