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52 | spasimo |
Il giudice, come se la smentita non lo stupisse, quasi il principe non fosse presente, continuò a interrogare la familiare senza neppure voltarsi dalla parte dell’accusato.
— Quando glie lo rivelaste? In quali circostanze? Procurate d’esser precisa.
— L’anno passato, un giorno il signore stava per partire... la signora lo pregò lungamente di non lasciarla sola... Egli partì; allora ella pianse molto, molto: parlò della morte... Al ritorno del signore io gli dissi d’aver cura di lei.
— Che cosa avete da rispondere? — pronunziò freddamente il Ferpierre, rivoltandosi verso il principe e guardandolo fiso.
— Non rammento il fatto del quale parla, — rispose questi sostenendo fermamente lo sguardo del giudice. — Ho confessato i miei torti, più volte questa donna me li rappresentò. Forse intendeva mostrarmi il pericolo, ma non disse mai chiaramente che cosa aveva ragione di temere.
— Negli ultimi tempi, — riprese il giudice rivolto a lei, — parlava ella ancora del suo proposito?
— No.
— Come spiegate questo fatto? Non aveva tuttavia ragione di dolersi di lui?
— Il signore era più premuroso da qualche tempo.
— È vero ciò che dice costei?