rebbe stato geloso, se non di quel Vérod che era tanto turbato dalla morte
della contessa, e assumeva, non richiesto, la parte d’accusatore e di
vindice? O non piuttosto ella stessa aveva commesso il misfatto perchè
amava Zakunine ed era gelosa dell’amore che vedeva da lui portato alla
Italiana?... Il delitto, chiunque fosse il colpevole, qualunque fosse lo
scopo, non aveva potuto tuttavia essere consumato senza che tra
l’assassino e la vittima fosse avvenuta una lotta, sia pur breve; ma
nella camera mortuaria non se ne trovava vestigio, nè sulla persona
della morta. Dalla posizione dell’arma, che stava con l’impugnatura in
fuori e la canna rivolta verso il cadavere, i dottori avevano arguito
che la contessa, se era suicida, doveva essersi uccisa in piedi; l’arma,
cadendole di pugno, aveva compito una rotazione che ne spiegava la
giacitura al suolo. Se pure non pareva molto naturale che la disgraziata
avesse portato la mano sopra sè stessa stando ritta, contrariamente a
ciò che fanno quasi tutti i suicidi, la circostanza che il revolver le
apparteneva ed era tenuto da lei nascosto escludeva che un assassino
avesse potuto servirsi proprio di quello. Inoltre da quel revolver mal
chiuso una cartuccia era venuta fuori nella caduta: ciò si spiegava
molto bene da parte d’una donna poco pratica nel maneggio delle armi,
d’una suicida le cui mani dovevano per altre ragioni tremare, e non si
spiegava da parte d’un assassino.