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18 | spasimo |
— Dite donde viene la vostra certezza! — ingiunse il primo.
— Da tutto! da tutto! Dai sentimenti di questa creatura, ch’io conobbi ed apprezzai; dalla cristiana rassegnazione, dall’angelica mitezza dell’animo suo. Dalla violenza di costoro, dai loro istinti sanguinarii, dalla complicità del male al quale sono intenti. Nessuno fra quanti lessero in lei crederà mai che ella abbia portato la mano sopra sè stessa. Chiedetene a chi volete, chiedetene a chiunque... dite voi... — aggiunse, come ebbe scorto la familiare nel guardarsi intorno a provocare la testimonianza dei presenti; — dite voi che la conosceste, che ne aveste l’affetto, se è possibile, se è credibile...
Il giudice, fermandogli ancora in faccia gli sguardi indagatori, lo interruppe:
— Questa donna ha detto il contrario. Ha dichiarato che la sua padrona tentò più volte d’uccidersi; che la mandò via apposta, stamani; che mise in atto un antico e fermo proponimento!
— Voi pensate questo? — esclamò l’altro, smarrito. — Voi avete detto così?
La donna non rispose. Girava intorno gli occhi, sbalordita, sgomenta: pareva non capire, non vedere.
— Di chi era quest’arma? — le domandò il magistrato.
— Era di lei.