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228 | spasimo |
Ella aveva parlato con mal contenuta violenza; la rigidità del suo atteggiamento s’era sciolta ed il braccio disteso aveva fatto il gesto di chi svelle ed abbatte.
Quando tacque, il Ferpierre che era rimasto a udirla meravigliato e quasi intimidito, disse a sua volta, con voce fredda e severa:
— Noi non abbiamo ora da discutere sulla moralità dei vostri principii. Sarà bene dirmi piuttosto in qual modo la contessa potesse esservi d’ostacolo? Che cosa potevate seriamente temere da lei?
E poichè ella tardava a rispondere:
— Vorreste darmi ad intendere che ella potesse pensare a denunziarvi, a intralciare i piani delle vostre congiure?
— Non voglio darvi nulla a intendere. Per quella donna Alessio Petrovich si perdeva.
— In che modo?
— Per amore di lei, per riaverla, aveva dimenticato il Dovere. Comprendeva che ella non lo amava più, che ne amava un altro, ma sentiva che c’era ancora un modo di tenerla con sè, di sottrarla a quell’altro. Non tanto per amore costei gli si era data, quanto per distoglierlo da noi, per redimerlo, diceva. Egli le si mostrò redento, le rappresentò che ella era la sua redenzione; che, abbandonato da lei, sarebbe ricaduto nell’errore. Il solo mezzo di averla con sè era questo: di