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188 | spasimo |
nihilista? Il Ferpierre sentiva di dover prima accertarsi di questa opinione, verisimile senza dubbio, ma non ancora provata.
Recatosi al carcere dell’Evêché dove gli accusati erano detenuti, egli deliberò di cominciare il nuovo interrogatorio dalla giovane. Lo sprezzante atteggiamento di lei nel giorno della catastrofe gli aveva lasciato il desiderio e quasi il bisogno di misurarsi con quell’anima fiera per piegarla e forse confonderla. Il direttore delle prigioni, intanto che i guardiani andavano a prendere l’accusata per condurla dinanzi al magistrato, riferiva a quest’ultimo che il contegno di lei, nei due giorni di prigionia, era stato quello di chi non solamente è tranquillo ma sfida i sospetti. Si era lagnata della cella e del cibo, aveva chiesto di poter leggere e scrivere, aveva scritto infatti uno studio sull’emigrazione svizzera pieno di cifre e di notizie statistiche. Introdotta nel gabinetto della direzione, sedette a un cenno del Ferpierre sostenendone lo sguardo indagatore e incrociando le braccia.
— Pare che la vostra memoria si sia finalmente destata? — cominciò il giudice — Se le notizie e le cifre che avete consegnate in questo scritto sono esatte, essa è anzi molto tenace! Vorrei quindi sperare che non vi farà difetto riguardo alle cose ora principalmente utili a sapere. Da quanto tempo conoscete il principe Alessio Petrovich?
— Da molti anni.