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152 | spasimo |
Le cose da dire dovevano essere più gravi, il giovane doveva sentirle contrarie all’accusa per arrestarsi così.
— E poi?... Dite tutto: bisogna dir tutto!...
— Ella parlò di quell’altro. Io sapevo che non più l’amore, ma solo l’idea d’un dovere la legava. Mi disse queste parole, levandosi: «Io non merito l’amor vostro. La sincerità che lodo e pretendo negli altri mi è mancata. Voi sapete e già vi dissi che non sono libera... Ma l’uomo al quale ero unita mi aveva lasciata, voi non lo vedevate al mio fianco, entrambi potevamo credere che non sarebbe più tornato. Ora egli è qui. Se volete che io continui a stimarmi, non mi dite più nulla...»
— Vedete? Vedete?... E voi?
— Io risposi: «Sia come volete, ma costui vi lascerà ancora una volta!...»
— Vedete? Vedete? — ripetè il magistrato. — Se voi le diceste queste parole con la voce dura con la quale ora le riferite, non pensate che ella dovesse aver paura dell’odio vostro contro quell’uomo?... Non dovette ella comprendere che, nonostante il vostro rispetto per lei, l’idea che ella era di quell’indegno avrebbe menomato il vostro sentimento?... E come vi rispose?...
Il Vérod, che aveva abbassato la fronte, riprese pianissimo:
— Nascose il volto fra le mani.
— E non sentiste in quel momento che ella