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V.

Duello.

La lettura delle memorie aveva dimostrato al giudice Ferpierre che la contessa d’Arda si trovava in una situazione tale da dover pensare alla morte come al solo termine della sua sventura. Tuttavia egli sentiva di dover considerare l’altro aspetto del problema ed approfondire l’argomento addotto dal Vérod contro l’ipotesi del suicidio. Nel nuovo amore che ella combatteva con la previsione della caducità e più con la coscienza del male, c’era una grande persuasione di gioia, il maggior incitamento a vivere; lo stesso impegno col quale ella lo contendeva a sè stessa ne dimostrava la forza. Ora mancando una esplicita confessione, restava sempre possibile che, non essendosi ella uccisa prima, in tutto il tempo non breve trascorso dacchè aveva conosciuto il Vérod, non si fosse nep-