Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
84 | la messa di nozze |
e maligna pareva volesse accumulare gli ostacoli, moltiplicare i pericoli. Alla luce fumosa delle torce a vento si vedeva il carro degli attrezzi pencolare fuori delle rotaie: la piattaforma dalla quale doveva essere spinto nella buona direzione non era stata assicurata, non aveva le rotaie combinanti con quelle del binario, e poco era mancato che la massa pesante non si fosse rovesciata.
— Via le leve! — gridava il capostazione agli uomini intenti alla manovra. — Tofano e Giacomelli, montate su a scaricare le binde.... Quelle da quattro basteranno.... Animo, via!...
Gli uomini si arrampicarono sul carro carico d’ogni sorta d’ordegni e di congegni: argani, morse, chiavi, martelli, mazze, una fucina, ruote di cordami, spessori di legno, torce a vento, fiaccole a petrolio. Sollevata una binda da quattro tonnellate, la passarono oltre il parapetto, porgendola ai compagni.
— A noi, svelti! — ordinò ancora il capo. — Disponetela fra la testata e il traversone.... Più su, più su: all’angolo, ho detto.... Ma qui, perdio, sotto lo spigolo, o parlo turco?... Così!... Forza di braccia!