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facile e larga, godeva di privilegi indistruttibili; ne godeva il figlio tornato a lei, forse più che l’altro vissuto sempre al suo fianco. Di questa creaturina, del posto che aveva occupato nel cuore della madre, egli era stato geloso. Ora la gelosia impotente lo rodeva, lo umiliava al pensiero che la madre era tutta dei figli, la moglie tutta del marito. Parlandole o scrivendole, egli avrebbe potuto farsi valere, rammentarle le parole dettegli e le prove dategli, contrastarla a tutti coloro che la riprendevano, vincerla ancora una volta; da lontano, costretto al silenzio, doveva incrociare le braccia, abbandonare indifesa la causa dalla quale dipendeva la sua vita. O forse insistere, contraddirla, contrariarla, sarebbe stato inutile, come era stato inutile tutto quanto le aveva detto perchè non andasse incontro al marito, perchè si contentasse di aspettarlo a casa sua. Che cosa era dunque il bene che gli voleva, se non la faceva capace di arrendersi a un suo desiderio, sia pure smodato?... Poi pensava che anch’egli l’aveva ferita, una volta, molto più profondamente, dicendole che, libera, non l’avrebbe sposata; e allora riconosceva che entrambi si era-