fronte, baciare le sue labbra, vivere la sua vita. Allora, allora soltanto si era rifugiato a Promonte, per rintanarsi nel suo covo come una bestia ferita. Aveva il cuore lacerato e sanguinante. Invano la ragione gli rappresentava che questo era lo scotto inevitabile del bene fruito; invano l’egoismo gli consigliava di aspettare tranquillamente il giorno in cui ella lo avrebbe richiamato. Non era più sicuro di riacquistare la felicità di prima. Quand’anche null’altro dovesse sopravvenire a distruggerla, il ricordo delle pene sofferte l’avrebbe intorbidata. Al pensiero che la creatura amata era stata di un altro, un moto di repugnanza, di repugnanza fisica, lo arretrava. Ma non solamente sentiva che ella era stata contaminata nel corpo, vedeva che anche l’anima sua gli sfuggiva. Per aver lasciato passare tanto tempo senza rammentarglisi, bisognava che un rivolgimento fosse avvenuto nel suo cuore, nella sua vita. Come negare, contro l’evidenza, la forza degli affetti, dei doveri e degli interessi che lo avevano prodotto? L’uomo che le aveva dato il proprio nome, che dedicava alla casa fondata con lei tutte le sue energie, che le assicurava un’esistenza