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la messa di nozze 53

lenziosamente, evitando di guardarsi, senza guardar neppure verso la nave: certo, essa non recava loro la persona diletta, perduta lontano, di là dai mari, ma fredde e inerti reliquie. A bordo i viaggiatori, affratellati dalla convivenza, si salutavano commossi sul punto di disperdersi per il vasto mondo senza probabilità di mai più rivedersi, e l’enorme casa galleggiante continuava a vuotarsi delle sue masserizie, pareva destinata a spopolarsi, come un luogo infausto, colpito dalla sciagura. Un baule stretto e lungo come un feretro era tratto fuori da due uomini che lo reggevano dai due capi, e Perez sentiva il contagio di quella tristezza diffusa tutt’intorno, del dramma che martoriava il cuore dell’amico suo, che doveva certamente turbare quello della donna; quando a un tratto i suoni fragorosi e giocondi d’una fanfara squillarono: la musica del «Braunschweig», nel punto che l’enorme nave stava per salpare, intonava una marcia militare, quasi a stordire le altre anime più afflitte degli espatrianti che trascinava verso l’ignoto, forse verso la morte, strappandoli ai congiunti lacrimosi sulla riva materna.

— Quando finiranno? — esclamò lo scrit-