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28 | la messa di nozze |
dare: «Perchè non l’hai detto prima? Perchè non l’hai detto subito? Come potevo sospettarlo, se parlavi della possibilità che fosse tua moglie?...» Gli pareva che il narratore fosse stato reticente, che avesse posto una specie di studio nel mantenere, nel prolungare l’equivoco. Ma non si sentiva di rimproverarlo, vedendolo tanto eccitato, in preda ad un così angoscioso tormento.
— Ah, suo marito!... — ripetè soltanto, sommessamente, meccanicamente, dopo che entrambi ebbero mossi lunghi passi senza dire una sillaba. — E tu non lo conosci? — soggiunse dopo un altro silenzio.
— Non lo conosco, non credetti neppure che esistesse, quando la incontrai. Era un marito così lontano, invisibile, introvabile! Viveva nell’Africa australe, in uno Stato nuovo, mezzo barbaro, quasi selvaggio, lo Stato libero della Stanlesia, dove era andato ad ordinare l’esercito, lasciando quello inglese, a cui prima apparteneva. Mi parve sul principio che un marito di questa fatta fosse un personaggio da pochade, inventato per coonestare una situazione illegale, per attribuire un padre putativo a creature innocenti....