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la messa di nozze 25

sione quasi iraconda con la quale Lodovico aveva proferito le ultime parole. La conferma, improvvisamente ottenuta, delle sue supposizioni intorno alla natura tutta sentimentale delle inquietudini dell’amico non gli procurava il più piccolo compiacimento per la propria perspicacia, tanto il caso si rivelava grave. Molte domande gli salivano alle labbra: «Perchè ti tradisce?... Non t’ama più?... Vi siete lasciati?... Chi arriva col «Senegal»?...» ma l’altro non gli diede il tempo di formularle. Facendoglisi accosto con un nuovo moto di confidenza, riprendendo a parlare con voce ancora grossa, ma più pacata, riprese:

— Capisci ora perchè me ne vado? Capisci che stanotte non posso restar qui, che ho bisogno di sentirmi portar via, non importa dove, col treno più rapido che mi trascini il più lontano possibile? — E ad un moto di Perez, che si era rivoltato per interromperlo: — Che cosa vorresti dirmi? Che debbo rassegnarmi, se non c’è da far nulla? Eh, lo vedi: mi rassegno!... Hai temuto che volessi buttarmi in mare?... Non aver paura!... Non sarei venuto a cercarti, se avessi voluto spiccare il salto!... Non ho armi ad-