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la bella morte 325

dovere, per guadagnare le ore perdute. Prima di trasmettere l’ordine, Barbarini, sporgendosi dalla battagliola, chiamò con tutta la sua voce:

— Equipaggio!

Tutti si volsero, tutti accorsero dagli angoli più lontani, tutti stettero a udire che cosa dicesse il comandante in seconda, dall’alto della plancia, col berretto in mano. La voce alta e solenne risonò fra gli schianti del mare e i sibili del vento:

— Equipaggio, scopritevi! Prima di abbandonare queste acque rivolgete un pensiero al compagno che abbiamo perduto.

Tutte le fronti si scopersero e si chinarono, molti ginocchi si piegarono. Si videro mani fare il segno della croce, si udirono i più semplici e rozzi uomini balbettare preghiere e soffocare singhiozzi.

Roccaforte non vedeva più il mare, con gli occhi ciechi dal pianto. Il mare, la nave, gli uomini scomparvero; sorse dinanzi agli occhi dell’anima sua la figura del fratello d’armi, bello, forte, sapiente, innamorato. Tremava ancora l’eco della sua voce e del suo riso, risonavano ancora le sue parole significanti la fede, l’entusiasmo, la carità

Di Roberto. 21*