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la bella morte 323

quieti, gli occhi degli ufficiali si volgevano tratto tratto al comandante. Le sue mani erano così strettamente afferrate alla battagliola come se la volessero torcere. Le braccia, il capo, tutto il corpo immobile, irrigidito, quasi inchiodato ed avvitato al palco, non aveva moto, non si scoteva, nel terribile altalenare della nave. Tutta la vita di quell’uomo era negli occhi, aridi, ardenti, spalancati sulle voragini.

— La barra a dritta!... A dritta!... Tutta a dritta!...

La «Siracusa» girò una volta, due volte, tre volte intorno al punto dove si era arrestata. Poi nessuno contò più i giri. A un tratto gli ufficiali che attorniavano il capo videro che le sue mani lasciavano la battagliola, che le sue braccia ricadevano lungo il corpo, che tutta la persona vacillava.

— Comandante!

Lo sorressero prima che stramazzasse. Lo afferrarono per le ascelle, lo sollevarono, lo trasportarono quasi di peso fra le schiere degli uomini taciti e reverenti. Inerte, con la testa rovesciata, gli occhi stravolti, non aveva coscienza. Sul boccaporto si riebbe, si raddrizzò, disse: