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la bella morte | 315 |
cicante nere ombre correvano, le vedette predesignate salivano a riva, ufficiali e marinai lanciavano oltre il bordo i salvagente. Da poppa era stato gettato anche quello luminoso, e al contatto dell’acqua un anello di fuoco si era acceso e fumigava sulle onde. Senza ordini, al grido tremendo, la guardia di servizio prendeva i posti assegnati, tutti compivano il loro ufficio, addestrati alla lugubre manovra dall’esercizio quotidiano.
Sulla plancia il comandante aveva detto all’ufficiale di guardia:
— Assumo il comando. Chiami la guardia franca.
E giù, nel ponte di batteria, al grido: «Tutti in coperta!» i dormienti si destavano, saltavano dalle brande, si vestivano alla meglio, correvano alle scale.
— Arma la lancia di salvataggio!
Già gli uomini dell’armamento, rivestite le cinture di sughero, si erano raccolti intorno al secondo, e un’altra schiera di animosi gli si offeriva:
— Vogliamo andare!... A noi, comandante!...
— Tocca a noi!... Tocca a noi!...