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288 | la bella morte |
— No, vede: è troppo tardi. Correremmo rischio di perdere anche lei. Speriamo che torni con l’attendente.
Un sott’ufficiale gli si presentò:
— Il signor comandante ha bisogno di parlarle.
Carleoni era ancora alla scrivania, dove aveva studiato le rotte e decifrato l’espresso.
— È il ministro degli Esteri che trasmette istruzioni per gli accordi da prendere con i rappresentanti delle altre nazioni. Mi faccia il piacere di mandare subito al telegrafo questa risposta e questo dispaccio per la mia famiglia. Tutto è in ordine?
— Sono arrivati i viveri. Il commissario è già tornato.
— La gente è rientrata?
— Tutti i marinai sono a bordo; i due guardiamarina anch’essi....
— Mio figlio?
— Ho mandato a chiamarlo.
Il comandante alzò gli occhi all’orologio, senza dir nulla. Dopo un silenzio che al secondo parve molto lungo, proferì:
— Mi avverta, se verrà.... Desidero riceverlo io stesso.
— Vuol passare un guaio! — esclamava