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284 la bella morte

loro proprietà e consegnare la chiave al portinaio; ora girava per il ponte di coperta e per quello di batteria in traccia dell’attendente del compagno, ansioso di eseguire l’incarico affidatogli dal comandante in seconda. E appena ebbe scorto il marinaio, sull’uscio del quadrato, lo chiamò, gli fece cenno d’appressarsi.

— Tringale!... Scendi subito a terra! Vai a casa, vai a cercare il tuo padrone!

— Sissignore. Ma se non c’è?

— Se non c’è cercalo altrove. Domandane a Lisi, che è andato da un pezzo laggiù. E non far lo stupido, adesso: tu sai dove trovarlo. Dove ti manda coi libri, coi fiori?

— Sissignore, dalla signora contessa.

— Corri a dirgli che si parte fra un’ora. Digli che torni subito, riconducilo con te: hai capito?

Mentre la barca col marinaio s’allontanava a forza di remi, tornava quella col commissario recante i fondi. Erano le due. Roccaforte aveva esagerato, annunziando che mancava un’ora sola alla partenza; forse non si sarebbe salpato neanche alle cinque; ma il ritardo del compagno lo turbava troppo. Da parecchi giorni, da circa una settimana,