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la bella morte 283

argomento di speranza restava da opporgli. Era egualmente fondato il sospetto che ella fosse perfida? Che, avendo appagato altre brame, godesse nell’accenderne ancora, freddamente, per soddisfazione di vanità, per compiacimento nel veder soffrire?

Sinceramente, Roccaforte non sapeva che cosa pensare, che cosa augurare all’amico. Forse una grande felicità lo aspettava, ma forse un disinganno atroce. Intanto non era dubbio che per quella donna egli tardava a riprendere il posto del dovere. A quell’ora egli era da lei, o con lei, o in qualunque modo occupato di lei. Bisognava trovarlo, avvertirlo, ingiungergli di accorrere, poichè con tutta probabilità non doveva essersi accorto dei segnali del richiamo.

Come durante altre lunghe soste in altri porti, anche questa volta i due amici avevano affittato insieme un piccolo alloggio in città, il «punto d’appoggio», due camerette dove tenevano gli abiti borghesi, dove ricevevano qualche amico: di lì egli doveva esser passato, lì bisognava cercarlo prima che altrove. All’annunzio della partenza, Roccaforte vi aveva spedito Lisi, il proprio attendente, per far ritirare tutte le cose di