sa: egli aveva nutrito passioni gagliarde e tempestose. Non era più giovane, certo; doveva ormai aver varcato la quarantina. L’aveva varcata senza meno: due anni addietro, a Valsorrisa, non ne aveva annunziato l’arrivo imminente? Ma per una natura appassionata come la sua, non era ancora l’età della rinunzia; era anzi la più pericolosa. Proprio a Valsorrisa, nelle poche settimane che vi avevano trascorse insieme, non si era infiammato per la bella signora Lariani? Poco dopo, nell’autunno, era andato improvvisamente a porre il suo studio a Firenze, per finire — aveva detto — il monumento a Mazzini: verità, o non piuttosto semplice pretesto? Cominciata infatti a Promonte e destinata a Palermo, perchè mai quell’opera doveva esser compiuta proprio in Toscana? Qualche grossa novità era sopravvenuta nella vita dell’artista: nonostante il suo silenzio, Perez ne aveva pur avuto qualche sentore, aveva udito parlare di una signora, una straniera, per la quale l’amico suo doveva aver fatto una nuova passione. Forse costei aveva dovuto lasciarlo, era andata lontano, ed ora tornava a lui? Ma nel suo aspetto, nelle sue parole, non c’era la