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un sogno 267


«— Che cosa?

«— Quanto sarete buffo!

«— Che ve ne importa, se non mi vedrete?

«— Ah! Ah! Ah!

«— Sono contento di tenervi di buon umore, ma ridete un poco più piano!... Me la date, sì o no?

«— Ma proprio?... Dite proprio sul serio?

«— State pur certa che non sono d’umore da scherzare.

«— Se la volete proprio.... Un momento: aspettate....

«La voce tacque. Tesi l’orecchio: silenzio profondo. Poi un gemito di molle: ella era tornata a letto. Poi la voce risonò ancora una volta, lontana, percorsa ancora da fremiti d’allegria:

«— Venite a prenderla....


Il narratore, che aveva fatto qualche pausa qua e là, nei punti salienti del racconto, per eccitare la curiosità delle uditrici, per accrescere l’effetto delle cose dette, fu a questo punto costretto a tacere dalle esclamazioni delle signore:

— Basta così!... Abbiamo capito!... Vi facciamo grazia del resto!...