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256 un sogno

pagnai in un giro di compere. Che impressione! Io non so se un giorno prenderò moglie; con grande probabilità continuerò ad astenermene; ma se mi accadrà di sposare una creatura diletta, se me la porterò via per il mondo, non credo che potrò provare un senso di gioia così pieno, di così intima felicità come quello che mi occupò. Mi pareva che quella donna fosse mia realmente, che io entrassi con lei in una nuova esistenza. Con che gioia le fiorii di nuove rose fresche il seno! Il tempo era delizioso, il cielo divino, la metropoli tutta fervida di vita. Ne cercavo i luoghi celebri, i monumenti insigni, descritti nei libri, illustrati negli albi; ma non li riconoscevo, o li ritrovavo diversi da quelli che immaginavo: taluni più vasti e solenni, altri al contrario più semplici ed angusti. Quando ella non ebbe da far altro, andammo al museo del Louvre. Che senso di meraviglia durante quella sfilata attraverso le sale meravigliose, specchiate dai pavimenti come da acque di lago, in mezzo alla profusione dei capolavori! Ella se ne rivelava giudice fine e sagace: le tele e le statue dinanzi alle quali si soffermava spiccavano realmente per qual-