Pagina:De Roberto - La Messa di nozze.djvu/255


un sogno 245


«— Non siete contento?

«— Io?... — mi corressi; — io sono felice!...

«La sua bellezza sfolgorava. Alla luce delle lampadine incappucciate di rosso, tra le rose, la carnagione del suo viso, delle sue braccia nude velate da una bionda pruina, aveva riflessi di raso vivo. I suoi occhi sfavillavano, accesi dal piacere, dall’ilarità, dalla curiosità. Quella animazione era bene opera mia, ed io dicevo tra me che bisognava essere di molto difficile contentatura per non gustare il singolare incanto, il delizioso turbamento di quell’ora fugace su quel convoglio in fuga. Prima di conoscerla, che cosa non avrei dato per poterla avere con me, da sola a solo, nell’intimità d’una specie di viaggio di nozze? Il cameriere che ci serviva, i viaggiatori che ci avevano visti scendere e risalire da una carrozza all’altra, non dovevano crederci sposi in piena luna di miele? Io non dovevo avere eccitato un senso d’invidia pungente tra gli uomini che ammiravano quella stupenda creatura?... Cinquantacinque franchi e cinquanta centesimi di pranzo, settanta franchi di fiori, venti franchi di mancia: l’illusione di esser parte