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un sogno | 243 |
stuali, se ce n’è il senso.... Rammento benissimo che da quanto ella diceva non traspariva il minimo cruccio; mi pareva anzi piacevolmente stupita e incuriosita dall’avventura. Alla stazione di Nizza m’affacciai al terrazzino: vennero i fiori, rose e garofani meravigliosi; gliene offersi una parte:
«— Permettete? Poichè ne avete espresso il desiderio! Quelli della mensa saranno più tardi al loro posto.
«L’uomo in livrea passava sulla fronte del convoglio gridando:
«— Wagon restaurant!... Wagon restaurant!...
«— Ma è già l’ora di andare a tavola! — osservò la mia ospite.
«— Per gli altri. Voi non avete detto che pranzate alle otto? Alle otto sarete servita.
«— Siete perfetto!
«La parola che definiva lo stato dell’animo mio, la tensione dei miei nervi, l’esasperazione della mia volontà, mi salì alle labbra:
«— Sono pazzo....
«— Allora, diciamo che siete un pazzo perfetto!