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un sogno 239

«no».... — e la mia mente si confondeva in questo giuoco di alterne risposte.

«Quando ebbe goduto un poco del mio imbarazzo ella si alzò, dicendomi:

«— Accompagnatemi a casa: ho molte lettere da scrivere.

«— Non vi rivedrò fino a domani?

«— È molto difficile. Domattina parte mio marito.

«— Allora verrete a pranzo con me?

«— Volentieri, se potessi. Ma nel pomeriggio partirò io stessa.

«— Non è una difficoltà.

«— Ma all’ora del vostro pranzo non sarò più qui!

«— Non importa! Non vi chiedo di rinunziare alla partenza. Mi basta che accettiate l’invito.

«— Se non si tratta d’altro che di accettare!

«— Grazie! Penserò poi io a farvi mantenere l’impegno.

«— Sono molto curiosa di sapere come farete! A che ora, il vostro pranzo?

«— All’ora vostra consueta, naturalmente.

«— Io pranzo alle otto.

«— Resta stabilito per le otto.