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238 | un sogno |
«Allora fece un gesto col capo che mi parve di consentimento. Le porsi l’urna improvvisata perchè prendesse uno dei cartellini. Distese infatti la mano, ma per respingere il mio braccio.
«— No!
«— Perchè non volete?
«— Avete risposto a tutte le mie obbiezioni, ma ve n’è ancora una che non potete distruggere.
«— Quale?
«— Trovatela!
«La cercai, infatti, ma infruttuosamente. La mia attenzione era incapace di soffermarsi sul quesito, di antivederne tutte le soluzioni possibili. Mi rammentavo di certi tormentosi problemi algebrici studiati a scuola, pensavo al binomio di Newton, sentivo di dover adattare alla circostanza il calcolo delle combinazioni. Tentavo di ragionare: — Il caso, interrogato, potrà rispondere «sì» o «no», mentre ella stessa, in cuor suo, potrà propendere per il «sì» o il «no». Allora possono determinarsi queste combinazioni: ella può dir di «sì» e il caso dire anch’esso di «sì».... o di «no» e il caso di «no».... o di «no».... o di «sì».... o di