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232 | un sogno |
tenze vitali e la dispersione d’ogni mia volontà, la certezza che mi avesse compreso e il bisogno di annientarmi per provarle la mia sincerità: tutti i contrasti della sfiducia e della fede, delle esaltazioni e degli abbattimenti, tutto le dissi con una eloquenza della quale io stesso ero meravigliato. Mai avevo parlato con tanta facilità, con tanto impeto, con tanto fuoco, nella mia propria lingua; non una parola mi mancava nella straniera, come se qualcuno, un suggeritore invisibile, me le venisse dettando, da un libro.
«— Come volete ch’io creda a questo amore? — domandò ella quando tacqui.
«— Che cosa ve lo impedisce?
«— Mi conoscete da qualche giorno, mi avete parlato due volte appena!
«— Una sarebbe bastata.
«— Non sapete chi sono, donde vengo, dove vado, come penso, quanto valgo. In queste condizioni non è possibile amare: si può desiderare soltanto.
«— Forse che l’amore è una cosa diversa da questo desiderio veemente, cocente, struggente, supplice, disperato, mortale, vitale? Non so chi siete? So che siete la bellezza,