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un sogno | 219 |
queste povere donne? Se voi stesso riconoscete che la grande arrendevolezza di quelle signorine vi nausea?
— Precisamente! Nè solo quando è venale, ma anche se disinteressata la pronta dedizione dispiace ed inquieta, come sintomo di anormalità. Una certa resistenza è naturale, necessaria, conveniente; un certo sforzo per vincerla non riesce tutto penoso, perchè sforzo vuol dire esercizio di forza, e la coscienza della forza giova, piace ed esalta. Dirò di più: anche quando la resistenza è invincibile, anche quando l’amante respinto è ridotto alla disperazione, alla pazzia, al suicidio, egli non ha da prendersela se non col destino, o con sè stesso, per essersi innamorato d’una creatura insensibile, d’una bellezza inutile, direbbe Maupassant; ma l’assurdità delle resistenze volute, studiate, prolungate oltre il ragionevole, complicate con gli adescamenti, con le gelosie, con le rivalità, coi falsi pudori, coi mendicati doveri, con tutti i peggiori artifizî della civetteria, quelle sono le più penose e pericolose. Disgraziatamente sono anche le più frequenti. Dico anzi che sono la regola. Ordinariamente, dopo la vittoria, si dimentica