un professore, un predicatore, un propagandista, la cui orazione potrà essere, rettoricamente, più o meno smagliante, ma le cui idee, e non già le immagini, importano. Ora Baglioni ha questo merito indiscutibile: di averci posto dinanzi un certo aspetto del problema dell’amore, al quale, pur essendo, o forse appunto per essere di semplicissima ed ovvia osservazione, non si attribuisce ordinariamente la dovuta importanza. Il titolo, che la signora Graziani e il mio amico Mauri particolarmente disapprovano, mi pare invece, scusate, molto graziosamente scelto. Voi sapete come nei miti biblici che sembrano più favolosi i credenti cerchino e trovino il preannunzio delle moderne affermazioni scientifiche: così i sei giorni della creazione sarebbero le epoche geologiche, e la formazione della donna dalla costola di Adamo significherebbe la separazione dei sessi dal primigenio ermafrodito. Ma vi è un punto dove la favola discorda dalla realtà scientificamente accertata e volgarmente osservata: quando narra che Adamo peccò a istigazione d’Eva. Non si trova, invece, nessuna forma di vita sessuata nella quale la femmina compia l’ufficio d’istigatrice: tutte le