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156 | la messa di nozze |
suo. Ma dopo molte promesse, dopo le calde sollecitazioni rivoltegli da Don Pietro Castelli, il nostro vecchio e buon curato orgoglioso di lui più che un padre del figlio, egli non parla neppure di mettersi al lavoro. Aveva detto che doveva risalire su quel monte, per ispirarsi: dacchè è qui, è uscito oggi la prima volta, per venirvi incontro.
— Ha lavorato tanto, a Firenze....
— Non è il lavoro quello che lo abbatte così; io so di quali sforzi è capace quando ha sereno lo spirito.... Sentite, Perez, giacchè siamo su questo doloroso argomento.... Noi abbiamo aspettato con tanta impazienza questa vostra visita perchè speriamo molto in voi.... Non vedete com’è ridotto il mio povero Lodovico?
— Mi pare un poco sofferente, infatti. Che ha?
— Lo sappiamo, forse?... Mio marito non è riuscito ad osservarlo, non gli ha potuto strappare una sola parola. Dichiara che sta benissimo! E non digerisce, passa le notti insonni....
— Neurastenia, dispepsia nervosa, probabilmente.
— Poterlo credere!... Noi facciamo asse-