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rivolgendosi ai due adolescenti, posando la mano sulle loro spalle, e fermandosi estatico dinanzi alla piccola Rita. — Ma guardate un poco come ci siamo fatte grandi e belle, zitte zitte, senza dirne nulla allo zio del cuore!... Non te ne rammenti più, dello zio del cuore?... Abbiamo perduto un poco di memoria, intanto che ci siamo fatte signorine?...

La bimba avvampò. Bruna con gli occhi azzurri, il viso magro e allungato dei Bertini, la personcina slanciata, l’espressione dolce e patetica, pareva una figura spiccata da un quadro.

— Se lo zio del cuore vuol vedere la stanza che gli abbiamo preparata....

— Sicuro che voglio vederla! E bada bene che se non è bella come quella dell’altra volta, mi prenderò la tua!

Era ancora la stessa, all’angolo di mezzogiorno e di levante, con le due finestre aperte sulle vedute della valle e del lago: un grosso mazzo di violette, in un vaso di cristallo sulla scrivania, la profumava. Egli vi si trattenne il tempo di disfare la valigia, di mettere in ordine le sue cose e cambiarsi; subito dopo uscì nel salotto in cerca di Lodovico.