Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
144 | la messa di nozze |
Un carro in discesa era apparso da una svoltata e s’avanzava incrociandosi col calessino. L’uomo che lo guidava, un contadino di dubbia età, con le labbra sottili interamente sbarbate, gli occhietti lucenti, il collo avvolto in un fazzoletto, salutò profondamente, cavandosi il berretto.
— Riverisco, signoria!
— Ciao, Pin!... — gli gridò lo scultore, improvvisamente animato, con un sorriso ed un gesto vivace. — Tien duro, Pin!... Non mollare!... Vendiamolo caro, quel seme....
— Stia pur sicuro!... — gridò a sua volta il passante, con un riso sonoro. — A Pinella Scórcola non la fanno mica!...
— Bravo Pinella!...
Ma gettata quella voce d’approvazione all’uomo già lontano, lo sguardo del dolente si spense.
— Quel bruto, sì, fa ciò che vuole; sa quanto deve vendere il suo raccolto, come può frodare il compratore. — Dando un colpo di frusta al cavallo che trasalì e quasi s’impennò all’inusato maltrattamento, soggiunse: — Tu lo sai ciò che vuoi: arrivare presto alla stalla, mangiare il tuo sacco di biada.... Ma io, ma noi....