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più, come sotto il «Senegal»: ella era d’un altro. Ecco: quell’altro aspettava sotto la tettoia, faceva cenni di saluto alla donna sua; ma allora ella si rivoltava, rientrava un istante nella cabina e traendolo a sè lo baciava sulla bocca....

Il bacio lo destò. Il sogno non era stato tutto ingannatore; ella era china su lui, sorridente, odorante, fresca dopo il lavacro mattutino.

— Lévati, dormiglione: siamo a Milano. Distese le braccia per stringerla a sè, ma ad un tratto udì picchiare. Rialzatasi rapidamente, ella sparì dietro l’uscio del gabinetto.

— Avanti, chi è?

Il conduttore entrò annunziando:

— Siamo arrivati, signore.

— Grazie. Va bene. Pensate alle mie valigie.

Si alzò, si ricompose, uscì nel corridoio. Ella vi era già, gli sorrise, gli stese la mano, come riconoscendolo in quel punto.

— Avete dormito bene, Bertini?... — A voce più bassa soggiunse: — Ti permetto di accompagnarmi.

Egli dubitò di avere udito male. Non gli