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la messa di nozze | 127 |
vano donne che non hanno avuto mai amanti, non se ne trovano che ne abbiano avuto uno solo». Atroce, atroce la pena allora sofferta. Ella non gli aveva rimproverato di averla sospinta per la lubrica china, ma egli stesso ne aveva provato un rimorso acutissimo. Una gelosia inaudita, la gelosia contro gli ignoti, ignoti ancora a lei stessa, in braccio ai quali ella sarebbe caduta, lo aveva morso. Per evitare l’estremo avvilimento di quella creatura, per evitare a sè stesso il rimorso intollerabile, per salvare le anime loro, egli le aveva proposto di lasciarsi, piuttosto, in piena passione, di amarsi da lontano, dolorosamente ma puramente, di non amarsi piuttosto in nessun modo, se a questo patto ella si sarebbe sentita sicura da nuove cadute.
— Non ti rammenti che mi offristi di rinunziare a me, per salvarmi?... Te ne rammenti, è vero?... E allora, non ti lagnare! Lasciami stringere a mio marito: è il mezzo di garentirmi contro nuovi pericoli e di vivere solo, eternamente, nella mia memoria.
Egli chinò il capo, chiudendosi la bocca col fazzoletto, per reprimere il nuovo impeto di pianto.