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106 | la messa di nozze |
ma volta, non provai nulla del rimorso che avrebbe dovuto invadermi. Ti rammenti che te lo dissi, ti rammenti, di’?
— Sì.
— Guardai dentro di me, dissi a me stessa: «Ho tradito la fede giurata, sono adultera, adultera». Ma queste parole non ebbero nulla del loro senso. E non già perchè mi fossi assuefatta all’idea della caduta. Mi conosci. Te lo direi. Mi ero anzi creduta padrona di me stessa, mi pareva moralmente e materialmente impossibile tradire mio marito. Perchè lo avrei tradito? Perchè era lontano? Per appagare un appetito, allora?... Ma quando ti conobbi, quando ti amai, mi parve altrettanto impossibile resistere a questo amore. Tu dubitasti dell’esistenza di mio marito perchè era assente; io me ne dimenticai. Come tu non t’inquietasti al pensiero che un giorno sarebbe tornato, così non vi pensai neanch’io. Noi abbiamo sempre coraggio per affrontare i pericoli lontani. Ora egli è qui. Io sono caduta nelle sue braccia uscendo dalle tue....
Egli domandò furiosamente:
— Di’, che ti ha fatto?
Ma senza lasciarle il tempo di rispondere