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la poesia di un filosofo 83


Veramente, nel punto che due amanti separati da tanto tempo — dalla morte! — si ritrovano insieme, vi sarebbe qualche cosa di meglio da fare che discutere intorno alla pluralità dei mondi abitati; si potrebbe anche osservare che, mentre Stella e Fausto s’incontrano lassù, questo semplice fatto dovrebbe provare come la terra non abbia il monopolio della vita. Non pare quasi che il poeta ne sia egli stesso poco sicuro e che ne dubiti prima di noi? Non pare anche che, dubitando egli della stessa vitalità dei suoi redivivi protagonisti, vada in cerca di argomenti per farci credere alla verisimiglianza della finzione?

Nel nuovo mondo dove Fausto e Stella rivivono le creature non si nutrono di altre creature, come voleva la legge crudele della terra, ma di semplici frutta:

          Nul être ici ne sacrifie
          Les corps pour respirer construits.
La dent n’attaque ici nulle sensible vie,
          Et ne mords que la chair des fruits.

Così, dopo la pluralità dei mondi e la metempsicosi, Sully Prudhomme canta il vegetarianismo o vegetarismo, — non so come si deve dire; — però noi potremmo chiedere al poeta se è ben